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Una buona notizia non è una novità

03/01/2020 , In: finanza comportamentale , With: No Comments
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Una buona notizia non è una novità. Inizia cosi un articolo di Matt Ridley della rivista “The Spectator” che pone la nostra attenzione sul fatto che le belle notizie accadono senza che nessuno se ne accorga, mentre invece basta una sola brutta notizia pensare che sia accaduta solo quella.  

Nel precedente post ho parlato di come una persona prenda delle decisioni in base a delle emozioni più che ad una reale percezione della realtà. 

Queste emozioni il più delle volte sono indotte a seconda di come vengono date le notizie. Ad esempio se io dicessi ad una persona: C’è stato un brutto temporale che ha causato dei danni, ma la protezione civile ha prontamente messo la situazione in sicurezza, oppure “la protezione civile è nel caos, il temporale ha causato ingenti danni, una catastrofe di proporzioni epocali”, quale sarebbe la notizia che più ci indurrebbe ad “acquistare” questa informazione distribuita sotto forma di quotidiano o di trasmissione tv. Sicuramente la seconda. 

Perché? Semplice, fa più rumore un albero che cade di una foresta che cresce. 

Ed allora vogliamo vedere cosa è successo in questo ultimo decennio, e se possiamo imparare qualcosa dall’esperienza?

Il secondo decennio del 21° secolo sarà ricordato probabilmente come il decennio migliore della storia dell’umanità, anche se non era iniziato affatto nel migliore dei modi. Eravamo ancora nel pieno della Grande Crisi finanziaria, le persone avevano perso il lavoro e gli investitori erano nel panico. Si pensava che non saremmo più usciti da un momento come quello. Nonostante tutto sono accadute delle cose positive che in pochi hanno intravisto, tanta era la preoccupazione che stavamo vivendo. 

L’uomo infatti è riuscito a migliorare i suoi standard di vita come mai prima d’ora. L’estrema povertà è scesa per la prima volta sotto il 10% della popolazione mondiale. Negli anni 60 era circa il 60%. La mortalità infantile è scesa a livelli minimi, la carestia sembra essere stata estinta come  la malaria, la poliomelite e le malattie cardiache la cui cura continua a migliorare. 

Lo scorso anno il pil mondiale è arrivato a 85.000 miliardi di dollari e tutto questo non è stato a discapito della sostenibilità, stiamo imparando infatti ad essere più efficienti e più sostenibili. 

E’ incredibile come oggi si possa invertire la rotta alla velocità della luce. E’ bastato mettere sotto ai riflettori una ragazzina con la convinzione che l’impegno personale poteva cambiare il mondo, per sensibilizzare milioni di persone e di aziende ad essere più attenti nell’utilizzo della plastica. Oggi ci sono colonnine che distribuiscono l’acqua a pochi centesimi, le borracce sono diventate il nuovo gadget da regalare a Natale, e le aziende che iniziano a distribuire acqua in contenitori con plastiche 100% riciclata, per non parlare di Mac Donald’s che addirittura non utilizza più i tappi di plastica sui propri bicchieri.

Stiamo imparando a ridurre il nostro impatto sul mondo attraverso un utilizzo più consapevole delle risorse naturali anche grazie al fatto che le nuove invenzioni oggi convergono verso lo stesso obiettivo, produrre di più consumando di meno. 

Ad esempio se pensiamo a quello che è accaduto all’illuminazione dopo l’invenzione del led. Oggi grazie a questa scoperta le lampadine consumano un quarto rispetto alle lampadine ad incandescenza. A parità di ore si consuma il 75% in meno di elettricità. 

Per non parlare della potenza di calcolo dei pc, che sta facendo fare passi da gigante alle aziende che si occupano di tecnologia.  Basti pensare ai telefoni cellulari che oggi riescono ad avere funzioni ben più potenti di un computer degli anni ’70 che riempiva un’intera stanza.

Ormai il telefono è diventato il nostro coltellino svizzero, possiamo avere le informazioni alla velocità della luce, riusciamo a raggiungere un posto senza sprechi di tempo, possiamo scansionare documenti, stiamo percorrendo la strada della digitalizzazione, che ci farà risparmiare più carta e più alberi. 

Si risparmia acqua grazie all’ingegno umano che ha permesso un’irrigazione più efficiente in molte zone del pianeta. 

Stiamo utilizzando il 65% di terra in meno per produrre la stessa quantità di cibo che si produceva negli anni 50. 

Entro il 2050 si stima infatti che un’area delle dimensioni dell’India sarà stata liberata dall’aratro e dalla mucca, questo comporta l’espansione di aree dove possono crescere più alberi per migliorare l’aria che respiriamo. 

Belle notizie che possono farci cambiare idea sui nostri tempi, e possono aiutarci a vedere il mondo non alla fine dei suoi tempi ma sulla strada di un’inesorabile continua evoluzione.

Michele Sportoletti 

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Michele Sportoletti

Consulente Finanziario

A volte prendendo in mano questo libro mi rendo conto del valore degli insegnamenti in esso contenuti. Ben Graham, quasi ottantenne, ha confidato ad un amico che sperava ogni giorno di fare qualcosa di folle, qualcosa di creativo e qualcosa di generoso. Non saprei dire ancora quale di queste tre cose mi abbia ispirato per creare questo blog.